Tratto da "Il Cantiere Navale di Castellammare di Stabia e le sue Navi"
di Antonio Cimmino e Ivan Guida
Il 13 maggio 1786 scese finalmente in mare da uno degli “Scali Volanti”, sotto la protezione di San Catello patrono della città, la prima nave costruita nel nuovo Real Cantiere, la corvetta Stabia. Era di fatti divenuta consuetudine, in special modo nella Marina mercantile, affidare un proprio Santo Protettore a ogni unità in costruzione. Per volontà Sovrana, alle prime due grandi unità da varare fu imposto il nome delle città sedi dei cantieri maggiori per l’appunto
Castellammare e Napoli. In seguito, per almeno un certo periodo, alle navi vennero imposti nomi che ricordavano tutti i grandi uomini del Regno. La corvetta Stabia, oltre a rappresentare il primo varo in assoluto del Real Cantiere, era anche la prima produzione di una nuova tipologia di unità mai viste nel napoletano di difficile costruzione viste le forme dello scafo molto affusolate e un’alberatura cospicua per permettere allo scafo di raggiungere una notevole velocità. La corvetta, in origine una piccola imbarcazione a remi lunga circa venti metri, fu utilizzata per la prima volta come nave da guerra armata con 12 piccoli cannoni in Francia nel 1765.
Dotata di ottima manovrabilità e velocità anche in spazi ristretti, ben si prestava all’impiego di collegamento di squadra come porta ordini e per la distribuzione della posta alle navi in "crociera di vigilanza" arrivando ben presto, verso la fine del XVIII secolo ad assumere una chiara e completa configurazione da nave da guerra completa: un dislocamento compreso tra le 600 e le 800 tonnellate con uno scafo lungo circa 40 metri e largo non più di 9, armamento composto da una ventina di pezzi d’artiglieria e alberatura a tre alberi (maestra, trinchetto e mezzana) tutti a attrezzati con vele quadre, fiocchi e randa. Tale rapida evoluzione fu favorita anche dall’accrescimento delle dimensioni delle fregate che mal si prestavano a fungere da avviso o ripetitrice di segnali della nave ammiraglia, e per una flotta concepita con canoni “moderni” questa nuova tipologia di unità non poteva essere esclusa dai quadri del naviglio militare. In origine il programma navale actoniano del 1779 non contemplava la costruzione di corvette ma, su suggerimento dell’Imbert, Re Ferdinando IV autorizzò la realizzazione di sei bastimenti di questo tipo.
Oltre alla già citata Stabia, contemporaneamente alla costruzione del vascello Partenope, fu costruita, sempre nel Real Cantiere di Castellammare, la corvetta Flora che, come la precedente, fu impostata e realizzata su “Scali Volanti” cioè provvisori e non fissi. Alle prime due corvette seguirono Galatea, Fortuna, Aurora e Fama anch’esse costruite a Castellammare tra i 1785 e il 1789 dotate di ottime qualità nautiche, con scafo lungo circa 36 metri e largo 9, armamento composto da 24 cannoni ed equipaggio di circa 172 uomini. La felice scelta delle soluzioni tecniche adottate per le sei corvette napoletane, rappresentò l’alto grado di competenza raggiunto a Napoli nel campo delle costruzioni navali in quel periodo. Difatti le medesime caratteristiche tecniche erano apprezzabili anche nelle migliori corvette inglesi o francesi.
Fonti Storiche:
A.S.N., Sez. Piante e Disegni, Cartella XXVII, n° 17.
A.S.N., Sez. Militare, Segreteria di Marina, Espedienti, vol. 212, fol. 133.